Conosciamoci meglio

Fare terapia, per me, significa prendersi il tempo e lo spazio necessario per “rimettersi al centro”, ritrovare il contatto con se stessi anche attraversando le fatiche che incontriamo nella vita. Poter accompagnare le persone a “riscrivere la propria storia” è ciò che mi ha portata a specializzarmi in psicoterapia relazionale sistemica per dedicarmi a coppie e famiglie, senza però fermarmi lì.

Per essere efficacemente accanto alle persone nei propri percorsi di cambiamento mi sono dedicata all’approfondimento di alcune aree:

  • Zero ansia
  • Esperienze traumatiche
  • Sessuologia
  • Accompagnamento nel periodo pre e perinatale
  • Adozione
  • Cyberbullismo e educazione ai new media
  • Tematiche legate al mondo LGBT+

Rispondo alle vostre domande

Come si diventa psicologi?

Per esercitare la professione di psicologo è necessario aver conseguito la laurea in psicologia, portato a termine il tirocinio pratico di 1 anno, superato l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di psicologo ed essere regolarmente iscritto nell’apposito albo professionale (art.2).
Ecco perché è importante che sul consenso informato sia riportato il numero di iscrizione all’albo.

Si possono fare i colloqui on-line?

Certo, i colloqui possono essere svolti in presenza o on-line.

Il colloquio con lo psicologo è coperto da segreto professionale?

Si, lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale (art. 11 del Codice Deontologico degli Psicologi ).
Lo psicologo è libero  dall’obbligo di riservatezza solo in due casi: 1. la stessa persona lo sollevi esplicitamente da tale obbligo (ad esempio per accompagnare la persona ad un altro specialista ed evitare che debba riraccontare la propria storia); 2. Si riscontrino dei gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del cliente o di minori. In questi casi e nei casi di obbligo di denuncia o di referto, lo psicologo riferisce lo stretto necessario per garantire la tutela del soggetto.

Lo psicologo può prescrivere farmaci?

Lo psicologo non ha una laurea in medicina, ma in psicologia, non può quindi prescrivere farmaci.
Il colloquio psicologico clinico e la psicoterapia, tuttavia, sono “prestazioni mediche” e quindi una persona può sia usufruire di un permesso lavorativo per presentarsi in colloquio sia “scaricare” le spese nella propria dichiarazione dei redditi.

Lo psicoterapeuta può vedere i bambini?

Lo psicoterapeuta può vedere i bambini con la famiglia, con un solo genitore, individualmente o in gruppo, ma solo dopo aver raccolto il consenso scritto da chi detiene la potestà genitoriale. Generalmente quindi entrambi i genitori, oppure chi detiene la tutela, deve esprimere un consenso esplicito.

Cos’è il consenso informato psicologico?

Lo psicologo è tenuto a fornire, al primo colloquio,  informazioni esaurienti e comprensibili sui colloqui , le modalità  di trattamento, le finalità  del percorso, l’indicativa durata del trattamento, i costi delle sedute e tutti i dati relativi la professione (iscrizione all’albo etc…). 
Deve anche aggiungere informazioni relative alla riservatezza e i suoi limiti giuridici. 
A tal fine, il professionista consegna alla persona un documento scritto, in duplice copia, chiamato consenso informato che viene compilato e firmato dal cliente. 

Dr.ssa Lorena Maltempi, psicologa e psicoterapeuta – Via Don Minzoni 22, 20900 Monza – lorena.maltempi@gmail.com – +39 347 0679433